In casa Plotegher sbarcano un bel ventaglio di novità che hanno in comune il passaggio in botte che le rende uniche e caratteristiche.
Partiamo da un’idea sicuramente originale che trae origine dall’amicizia e dal contributo della Cantina Pojer e Sandri, rinomata e visionaria azienda vitivinicola di Faedo. Questa cantina offre prodotti di altissima qualità che comprendono vini, distillati e aceti. Proprio dall’acetaia di Pojer e Sandri provengono le botti rovere che i fratelli Plotegher usano per produrre le loro birre racchiuse nel progetto Agrobotte. Il mosto messo nelle botti viene fermentato dai batteri acetici di cui il legno di rovere è impregnato e viene aggiunta anche un’essenza particolare che caratterizza il risultato finale. Con questo sistema, sui cui il birrificio sperimenta da più di un anno, sono state sviluppate tre referenze che si differenziano per il tipo di essenza utilizzata: Sambuco, ovviamente per l’aggiunta di fiori di sambuco, Himalaya con la presenza Timut, una spezia nepalese dalle note aromatiche intense che ricordano anche la lavanda, infine la Medemaistro dove la presenza di un amaro piuttosto spinto è dato dall’uso dell’assenzio (nome scientifico Artemisia absinthium), pianta erbacea molto comune anche in Trentino. Sono tre birre molto particolari, accomunate da una grado alcolico di 5.5 % vol. e da una acidità presente ma non invadente.
Le botti di whisky scozzese sono invece il denominatore comune di altre tre birre “barrel aged”. La birra risposa e matura nelle botti per circa 8 mesi raccogliendo l’anima delle distillerie della Scozia. Già nel 2019 era uscita la Whisky Porter che unisce le atmosfere dei Docks londinesi con le Highlands scozzesi. Una birra quindi scura con spiccato profumo e sentore torbato da 6.5 % vol.
Ora sono appena uscite altre due birre “barrel aged”. La prima è la Merica, il nome con cui i migranti trentini chiamavano gli Stati Uniti, in quanto la base è una American IPA che si fonde con gli aromi ceduti dal legno. Nasce così un mix di sentori che variano tra l’agrumato, il caramello e il torbato con un finale persistente e amaro. La seconda si chiama in maniera molto provocatoria Pope Killer, una robusta birra da 9,2 % vol. che parte dalla birra belga Nevik di casa Plotegher. La presenza dell’alcool non è invasiva con un “warming” appena accennato, la dolcezza si mischia al torbato che in questa birra è ben presente.
Insomma un bel ventaglio di birre particolari che possono intrigare l’appassionato ma possono stupire anche chi si approccia per la prima volta all’infinito mondo delle birre artigianali (…trentine).
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